In pochi sanno, probabilmente, che il territorio dei comuni del Golfo è attraversato da una delle direttrici della Via Francigena del Sud: da Itri, sfiorando Gaeta e seguendo la direttrice dell’Appia, il Cammino penetra per Formia e prosegue puntando la città romana di Minturnae; sono presenti alcune varianti che si inoltrano per il Parco di Gianola o in aperta campagna, giungendo fino alla vecchia scafa sul Garigliano.
Mi era capitato già in passato di avere contatti e di trascorrere del tempo con i pellegrini di passaggio nelle nostre contrade: una volta si è trattato di un gruppo numeroso; un’altra di uno svizzero solitario che si era posto l’obiettivo di raggiungere la Grecia, ma che in realtà abbiamo scoperto aver proseguito fino al cuore dell’Asia! La piacevole esperienza si è ripetuta anche quest’anno quando, il 25 aprile, sono stato allertato circa il transito di un viandante proveniente dal nord Italia.
E così, ho conosciuto Roberto: partito in mattinata da Fondi, l’ho trovato sull’Appia a Scauri. Di Bassano del Grappa, il suo obiettivo è Brindisi: integralista del muoversi a piedi, aveva sfidato la pioggia torrenziale della mattina proprio nel tratto di Appia Antica tra Fondi e Itri, puntando proprio al territorio minturnese come tappa per la notte.
Non c’è stato molto tempo per visitare le tante attrazioni, ma tra una chiacchiera e l’altra, abbia dapprima percorso il lungofiume del Garigliano, e successivamente ammirato le rovine dell’antica Minturnae, per camminare infine sul Ponte Ferdinandeo, disquisendo con uno dei custodi circa la questione Borboni-Savoia e sulle amare condizioni di vita che, tutto sommato fino a non moltissimi decenni fa, hanno praticato le genti rurali di Terra di Lavoro. Purtroppo la Cattedrale di San Pietro era chiusa: ma il pellegrino veneto ha potuto gioire dei colori e dell’aria frizzante della scogliera scaurese, all’ombra della vecchia torre. Certo, gli spostamenti sono stati effettuati in auto, proprio per la mancanza di tempo, ma devo dire che quando si deve fare da guida ad un ospite nel nostro territorio, c’è solo l’imbarazzo della scelta su cosa fargli visitare.
Lentamente ma inesorabilmente, il ramo di Via Francigena del Sud che attraversa il litorale nostrano, si sta affermando nelle abitudini e nelle pratiche di questa particolare nicchia di turisti/escursionisti/camminatori: c’è da chiedersi come mai il sistema di promozione turistica locale non preveda ancora, chiaramente e distintamente, tra i suoi temi principali questo elemento. Si tratta di un fattore di diversificazione e di tipizzazione dalle fortissime potenzialità, che potrebbe regalare ai nostri paesi e alle nostre città un vantaggio competitivo in termini di capacità di richiamo e di attrattiva, mediante la messa a sistema delle risorse turistiche presenti lungo il tragitto della Via Appia/Francigena, superando sterili e campanilistiche divisioni. Riusciremo a vedere la realizzazione di questo auspicio, un giorno?